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Sánchez Dragó

Fernando Sánchez Dragó percorse il Cammino di Santiago in un Citröen "Due cavalli" tra ottobre e dicembre del 1971, mentre preparava il suo "Gárgoris e Habidis".

Terminato il viaggio promise a se stesso di ripeterlo a piedi, perché "per conoscerlo in profondità si deve soffrirlo", ma non l'ha fatto.

Da quell'esperienza ha raccolto molti dati, storie, vissute, molte delle quali sono riportate nel suo famoso "Gárgoris e Habidis", un saggio con 30 edizioni. Quel materiale, sommato alle successive investigazioni, dette come frutto "Storia magica del Cammino di Santiago" (Planeta), un itinerario che suppone "la maggior bugia costruita dalla Chiesa Cattolica riguardante alla penisola Iberica", secondo l'autore

Il libro, disse Sánchez Dragó, "cerca di far conoscere le bugie che sembrano autentiche e riscattare quelle verità che sono rimaste nascoste tra tanto fogliame". Di tutte queste supposte falsità "si deve menzionare la stessa storia dell'Apostolo Santiago, colui che non è mai stato in Spagna nemmeno impugnò la sua spada per unirsi agli Eserciti cristiani". Sostenne che la chiesa "utilizzò e continua a utilizzare il Cammino come propaganda della sua dottrina e con i fini, a volte, più materiali che spirituali".

Secondo lui, "il mondo furbesco è uno dei grandi 'leiv-motiv dell'itinerario". Tra le verità che si devono riprendere, parlò della ricerca spirituale, una necessità che non scade mai: "Come itinerario interno, come il ritrovarsi con se stessi", affermò.