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Aymeric Picaud

Uno dei pellegrini più noti nel Cammino è il monaco francese Aymeric Picaud, autore della "Guida del pellegrino di Santiago di Compostela" scritta verso l'anno 1140 ed inclusa nel libro V del "Codex Calixtinus", denominato anche "Liber Sancti Jacobi".

Quest'opera di Picaud è considerata come la prima guida turistica del mondo ed include un dettagliato ed esatto studio del Cammino, con una visione molto particolare e per niente favorevole dei paesi iberici attraversati dal Cammino. Riportò molti dettagli aneddotici, descrizioni di popoli, avvisi di pericoli...

Il religioso francese divise l'itinerario, attraverso il "Cammino Francese", in tredici tappe perfettamente delimitate, ciascuna delle quali doveva essere fatta in vari giorni, secondo "l'animo di ogni gruppo di pellegrini", percorrendo circa 35 chilometri giornalieri a piedi, o quasi il doppio se si fa il Cammino a cavallo. Segnò le distanze tra paesi, i santuari e i monumenti dell'itinerario, ed incluse osservazioni sulla gastronomia, potabilità delle acque, carattere della gente e tradizione dei popoli. Una guida realmente completa e all'epoca molto "moderna".

Picaud parla anche nella sua opera, il potere curativo dell'Apostolo Santiago, che secondo lui proveniva da un dono concesso da Dio agli apostoli. Con questa affermazione quello che pretendeva era di promuovere il santuario di Compostela, e perciò si aiutò della narrazione di alcune malattie guarite da Santiago, affermando che "restituì la vista ai ciechi, la parola al muto, la vita ai morti e curò la gente da ogni tipo di malattie per gloria e lode di Cristo". 

Ugualmente, il monaco riferisce nella sua guida la storia della scoperta del corpo di Santiago in terre galiziane, una narrazione che oggigiorno è la più estesa. Picaud ubica il prodigioso fatto a Iria Flavia nell'anno 813, sotto il regno di Alfonso II, el Casto, nel Regno Astur e Carlo Magno in Occidente (la realtà storica indica che Alfonso II in quei anni sì governava, però Carlo Magno era già morto).